Massimo Pastura
Monferrato e l'Astesana
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Il vitigno Barbera

IL MONFERRATO E L’ASTESANA

Il Piemonte è una regione dedicata in modo prevalente alla viticoltura: sicuramente il Monferrato lo è in modo ancor più evidente: piccoli boschi si alternano a vigneti che ricoprono le sommità e le pendici delle colline.

Il motivo di questa particolare vocazione sta nell’ideale connubio fra clima e composizione dei terreni, che ha permesso nei secoli la diffusione dei vitigni, la maggior parte dei quali autoctoni, e di una altrettanta conseguente varietà di vini: principalmente Barbera e Moscato, ma anche Grignolino, Freisa, Ruchè, Cortese, Malvasia, Brachetto… e tanti altri ancora
Nel Monferrato la vite e il vino sono espressione di cultura e di tradizione oltre che una delle principali fonti di ricchezza, frutto di un tenace attaccamento alla terra e di secoli di duro lavoro, necessario per attuare una trasformazione agraria di eccezionali dimensioni.
 

La caratteristica del Monferrato: tre territori in uno

L'Alto Monferrato è la zona a sud-est, prevalentemente in provincia di Alessandria, che comprende le città di Ovada, Gavi ed Acqui Terme: una zona con rilievi piuttosto marcati, torri e castelli; qui si producono la Barbera del Monferrato ed il Cortese.
Il Basso Monferrato, o Monferrato Casalese, è la zona a nord-est, con basse colline che degradano dolcemente fino al fiume Po', con la città di Casale al confine. E' terra di Barbera e Grignolino.

Il Monferrato Astigiano o Astesana si stende quasi totalmente nella provincia di Asti, a nord e a sud del Fiume Tanaro, con morbide colline e tanti borghi storici, come Costigliole, Nizza Monferrato, Canelli a sud e Cocconato, Montiglio e Cortanze a nord.

E con la città di Asti, che diede i natali a Vittorio Alfieri, oltre a essere la zona della grande Barbera d'Asti e Barbera d’Asti Superiore, è anche quella dove nel secolo scorso è nato lo spumante italiano, e che oggi offre un grande varietà di vitigni e vini.

La Provincia di Asti è stata istituita con Regio Decreto del 1 Aprile 1935: ha una superficie 1511 Kmq (1510.76) e circa 210 mila abitanti. Si suddivide in 118 Comuni

 

Il Clima perfettamente idoneo per la viticoltura

Il clima del Monferrato è tipicamente continentale, con calde estati e temperature che possono anche superare i 35° C, e talvolta creare siccità estiva, e inverni freddi, dove invece le temperature possono anche scendere al di sotto di - 15° C.

Le pioggia sono concentrate soprattutto nei mesi di aprile maggio, in primavera, ed ottobre-novembre in autunno.

L’ammontare delle piogge annuali sono tendenzialmente piuttosto scarse: in media intorno ai 700-800 mm all’anno.

Questa condizioni prevalentemente “secca” è molto indicata alla coltura della vite: nelle annate favorevoli inoltre contrasta lo sviluppo di malattie crittogamiche, permettendo viticolture biologiche a basso impatto ambientale.

 

Le terre bianche e le sabbie “Astiane”

La formazione delle terre del Monferrato è abbastanza recente.

Risalgono infatti all'età terziaria, quando emersero dal mare che occupava la pianura padana formando un grande golfo.
Le più antiche sono quelle dell'Alto e Basso Monferrato, composte di marne arenacee e calcaree del Miocene: le cosiddette "terre bianche", nelle quali è facile trovare conchiglie fossili.

Le più recenti sono le "sabbie astiane" (Pliocene), ai lati del Tanaro, depositi sempre di tipo sedimentario.

 

Il vero “Terroir”: terreni diversi per vini diversi

Sicuramente non sono i terreni di fondovalle, le "terre grasse", ricchi di depositi alluvionali, sostanze organiche e sali minerali, quelli più idonei alla coltivazione della vite: troppo fertili e poco esposti al sole, sicuramente più adatti alla coltivazione di cereali ed ortaggi pregiati.

Al contrario i terreni di media ed alta collina sono poveri di sostanze organiche e minerali, aridi d’estate per le pendenze che scaricano le acque piovane a valle sono i più idonei alla viticoltura.

Nel Monferrato si possono distinguere varie tipologie:le "terre bianche", diffuse nel Canellese, Alto Monferrato e Casalese, ricche di limo, argilla e sassi, e roccia a poca profondità. Sono i tipici terreni calcareo-marnosi, di colore bianco, grigio chiaro o beige, ricchi di carbonato di calcio. La vite vi si coltiva bene, dando vini corposi, ricchi di colore (nei rossi), talvolta con sentore di tufo, che si mantengono a lungo nel tempo.
Le "terre rosse", diffuse soprattutto in alcune aree nell'Alto Monferrato, sono più profonde e ricche, oltreché di argilla e limo, di ossidi di ferro e magnesio, e meno alcaline. In virtù delle elevate escursioni termiche, la vite vi dà ottimi risultati, soprattutto nei bianchi.Le "sabbie astiane" sono diffuse al centro del Monferrato Astigiano, a destra e sinistra del Tanaro, e producono ottimi vini rossi caratterizzati da bassa acidità e veloce maturazione.

Su questi terreni, nelle annate molto siccitose la vite può subire problemi di stress idrico, poiché la maggior percentuale di sabbia non consente al terreno di trattenere sufficientemente l'acqua.

 
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